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Homo Scrivens

Nemesi (Philip Roth)

A cura di: Carmine Ferraro



L’opera: È l’estate del 1944 e a Newark, nel New Jersey, oltre all’umidità e al caldo, anche la poliomielite ha fatto la sua comparsa. Non si sa chi ce l’abbia portata, le zanzare o le mosche, o i gatti randagi; è certo tuttavia che la polio sia altamente contagiosa e che minacci il futuro stesso della nazione: i bambini. Bucky Cantor è l’animatore del campo giochi di Newark, uno dei pochi giovani che la Seconda Grande Guerra ha lasciato tra le mura domestiche, a causa di una vista difettosa e di occhiali troppo spessi per l’esercito. Ma Mr. Cantor trova presto la sua battaglia personale: combattere la polio e difendere i ragazzi che ogni giorno si recano al campo sportivo. Intanto, lontano dalle strade roventi di Newark, Marcia Steinberg implora il suo amato Cantor di rinunciare alla battaglia e di raggiungerla a Indian Hill, dove l’epidemia è solo una paura lontana, proprio come la guerra sul fronte tedesco. Il desiderio di riunirsi con Marcia pone Mr. Cantor davanti a un unico ostacolo: sé stesso, il suo senso del dovere, l’impegno preso con la comunità.


Il personaggio: Bucky Cantor è un ragazzo tutto d’un pezzo, cresciuto dal nonno materno dopo la morte della madre e la fuga del padre. Oltre a essere un atleta provetto, è insegnante di educazione fisica presso la scuola di Chancellor Avenue. Alla sua Marcia Steinberg manca solo l’anello per suggellare la loro unione; amore e promesse ci sono già. La vita del ragazzo sembra tutta rivolta verso la felicità, fino a quando non avrà in agenda ben due appuntamenti con la Storia: la II Guerra Mondiale e l’epidemia di poliomielite. In entrambi i casi imparerà come la forza e l’impegno non siano commisurati al risultato.


Perché leggerlo: L’autore del romanzo, Philip Roth, descrive la vertigine esistenziale della caduta, dopo la frizione tra desiderio e realtà. Come lo Svedese di Pastorale Americana, Mr. Cantor è al tempo stesso promessa e smentita di una vita piena e appagante. Il corpo del protagonista, nella sua evoluzione, diviene il simbolo dell’intera vicenda, il bifrontismo che contempla la forza passata e la debolezza incalzante. Ma Nemesi è anche un romanzo sulla colpa, sulla sua elaborazione e sul martirio, come unica scelta possibile per comprendere la realtà.

Al lettore che preferisce le domande alle risposte non resta che lasciarsi irretire nei dubbi e negli esami morali di Mr Cantor.


Revisione di: Martina Megna

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