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Anteprima Poetica - Maria Ceparano

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Biografia

 

Abito in provincia di Napoli e sono laureata in Filosofia presso l'Università "Federico II". Amo leggere, scrivere, sognare a occhi aperti - e pure chiusi -, giocare con la mia gatta, camminare senza una meta, mangiare dolci. Non un personaggio promettente, insomma.

Fin da piccola ho avuto un rapporto controverso con la mia inclinazione a scrivere in versi, solo di recente ho deciso di viverla appieno e condividerla con gli altri.

 

 

Haiku

 

Panni al sole

Parole mai scandite

Brezza d’estate.

 

 

Poesie

 

Il mio corpo non è sacro.

È pelle che si spacca,

Vene che esplodono sui fianchi,

Una pancia che non mi appartiene.

 

Ogni giorno qualcosa tira, gratta, pesa,

Mi scombussola le viscere

Come delle scatole da riordinare.

Il mio ventre si piega, si allarga, si arrende, 

Ma non cede

Come un campo di battaglia.

 

Dormo poco,

Ho il respiro corto,

Mangio per fame e per nausea.

Il sesso diventa confine,

Il piacere un’eco lontana.

E dentro, un mistero ormai cresce.

 

È attesa,

È mutamento,

È vita.

 

 

***

 

La gatta si stende

Porge le mammelle

Mansueta

I gattini si schierano

Posano le zampette

Mendicanti

Una spirale che volteggia infinita

Vita che dona la vita

Vita che nutre la vita.

 

***

 

Non ho chiesto semi,

Né giardini interni.

Non voglio germogliare,

Né ascoltare battito nuovo.

 

Ho spento la culla

Prima ancora che fosse legno.

Ho sepolto il nome

Prima ancora che fosse idea.

 

In me:

Terra nera,

Cenere ferma,

Una casa sbarrata,

Una selva bruciata.

 

Non mi appartiene

Il miracolo del latte,

Né la croce del parto.

Non chiamatelo errore,

Bensì scelta.

 

Non venite a benedirmi,

Non cercate futuro nelle mie ossa.

Io ho già dato:

A me medesima.

 

***

 

 

La tenerezza accresce

Al suo passaggio.

I sorrisi si espandono

Nei suoi palmi.

Non ha mai partorito

Ma innumerevoli volti ha coccolato.

È madre colei che

Senza esser vista

Nel gesto salva,

Senza fiamma

Nel buio illumina.

 

***

 

La tua boccuccia appena schiusa

Si tiene ancorata al mio seno, come se fosse

Il mondo intero.

E in quel momento fermo, dove

Solo tu ed io esistiamo,

La paura si scioglie in un

Miele che consola.

Sei ancora parte di me.

 

***

 

Il tuo corpo martoriato stringo

Al mio seno

Il tuo ultimo respiro esalato

Due secondi fa

Patiamo una guerra non nostra

Perché ti ho generato?

Perché ti ho imboccato?

Di te adesso mi resta solo

Un corpo dilaniato che trattengo

Al mio braccio

Un ultimo respiro contenuto

Mille ere fa.



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