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Anteprima Poetica - Michele Toriaco

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Biografia

 

Michele Toriaco (Torremaggiore [Foggia], 1961) è un giornalista, iscritto dal 1990 all’Ordine dei giornalisti della Puglia, e dal 1991 collabora come corrispondente con il quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno. Caporale Maggiore in congedo dell’Esercito Italiano, alla sua attività giornalistica affianca, da alcuni decenni, anche quella letteraria, focalizzando la propria attenzione in particolare sulla Poesia.



Haiku

Solo nel sogno

più vivi di ora

vincendo l’ombra. 



Poesie

 


Eredità dell’anno 1980

 

Niente andava tolto alla tua versione di latino,

alle parole che ti affaticavano di una lingua

ribelle alla tua voce, sul foglio bianco

raccoglievi i guerrieri e la polvere della battaglia,

ti pensavi arciere che colpisce al petto l’età nemica,

la nuova sconosciuta età che in quinta liceo

ti minacciava da lontano. Ma era la salvezza

che non sapevi: hai visto il bene dell’adolescenza

tra il supremo rigore di Tacito e le dolci fattezze

del viso della tua compagna di banco.

 


I giorni corrono misteriosi

 

I giorni corrono misteriosi prima di chiamarti per nome

e tu hai risposto, tirando un sospiro di sollievo,

hai detto della tua breve stagione di calciatore al tempo

delle medie, l’hai riportata sul quaderno a quadretti

dove segnavi il punteggio esatto, tutti i gol uno per uno,

la gioia è sempre quella, coi compagni che si radunano

esultanti su prati verdi inzuppati d’incanto, ma poi

hai cominciato a sentire nella mente un vuoto arcano

e un silenzio che confonde e sa di addio.

 


Interno bianco e nero

 

Cerchiamo una coperta più lunga

impigliata nelle lenzuola

la prima alba d’ottobre è già fredda

tu sei ancora stretta a me

per istinto di salvezza

ma i lividi sotto i nostri occhi

dicono tutto di noi

dei nostri anni così logori

di questa spossatezza

che forma un’attesa nuova

adesso che non possiamo più trasognare

confidando nel corpo e nell’età

né sappiamo quale capriccio oscilla là fuori

ci siamo solamente accorti

di essere fermi:

è l’autunno a venire da noi.

 


Anniversario dei miei morti

 

si stringono insieme per il verde stelo

tutti quei fiori che fanno serena

la pietra scolpita alla fine dei nomi

oggi c’è molto sole tra le sepolture

più luce nella mente

io sono tornato qui

come si torna alla terra

con la mia pena intera

vicina all’ombra che divento.

 


Novecento

 

La sera in braccio al secolo

non faceva miracoli

e la stradina nel vicolo aveva

polmoni di maratoneta

con vesti più antiche le donne

risorgevano ogni mattina

per ripetere nelle stanze

il conto alla rovescia

con gli uomini che andavano

spalla a spalla nei campi degli antenati

ad incendiare le carni

perché la terra vergine si facesse frutto

nuda proprietà del tempo

finché l’ora si spande sul sentiero

in occhi dilatati come lo spazio

trattenendo il sole nelle mani

ed era forte il coraggio.



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