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Homo Scrivens

Il bell’Antonio (Vitaliano Brancati)

A cura di: Paquito Catanzaro


Soggetto: Antonio Magnano ha una dote: è bello. Così tanto da far impazzire qualsiasi donna. Più di un amico ne invidia lo charme e le capacità amatorie. Capacità delle quali godrà Barbara, la ragazza con la quale Antonio convolerà a nozze. Capacità che verranno messe in discussione tre anni dopo il matrimonio quando Barbara, a sorpresa, si rivolgerà alla Sacra Rota per annullare un’unione mai consumata. Notizia che, irrimediabilmente, si diffonde in paese con conseguenze devastanti per Antonio e la sua famiglia. Il tutto nella cornice della Catania fascista degli anni ’30.

Personaggio: Antonio Magnano incarna il sogno di milioni di uomini: le donne si voltano al suo passaggio, lo sognano la notte e farebbero qualsiasi cosa per ottenere un suo bacio, una carezza o anche solo un sorriso distratto. È invidiato dagli amici ed è rispettato dai concittadini per certe amicizie importanti maturate durante il soggiorno romano. Ma lo stesso Antonio incarna pure l’incubo di tanti maschi: l’impotenza. Quella che porta un uomo a non riuscire a esprimere il proprio ardore se non attraverso fantasie erotiche che stimolano la mente, lasciando inerte il corpo.

Perché leggerlo: Perché, a distanza di settant’anni, è un romanzo ancora molto attuale. Perché Brancati scava nell’animo dei personaggi delineando un protagonista tanto bello quanto fragile e un padre – Alfio – pronto a portare il consuocero in un bordello pur di mostrare la virilità filiale. Perché esistono molti modi di parlare di fascismo e l’autore lo fa con un’ironia graffiante che non permette al lettore di perdere mai la concentrazione. Revisione a cura di: Matrina Megna

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