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Il grande sonno (Raymond Chandler)

A cura di: Elio Serino



L’opera: «Saranno state le undici di un mattino di metà ottobre, con un solicello smorto e un presagio di pioggia intensa nel chiarore delle prime colline. Mi ero messo un completo azzurro polvere, una camicia blu scuro come la cravatta e il fazzoletto da taschino … Insomma ero in ordine: pulito, rasato, sobrio. Lo sapevo solo io, ma pazienza. Da fuori dovevo sembrare il pupazzo dell’investigatore privato lindo e pinto. Ma si poteva capire, stavo andando a trovare quattro milioni di dollari».

Così comincia il romanzo dal titolo originale The big sleep che Chandler scrisse in soli tre mesi e fu quello che decretò la nascita del detective privato Philip Marlowe. Oltre Marlowe abbiamo come protagonista la città di Los Angeles, all’epoca alle prese con il gioco d’azzardo, il contrabbando e criminali della peggiore specie.


Il personaggio: Erano gli anni trenta. Marlowe aveva trentatré anni, un fuoriclasse dell’insubordinazione, un tantino cinico. Burbero, schivo, che non disdegnava i superalcolici, un duro che era qualcosa di nuovo in un periodo dove si leggeva di personaggi come Miss Marple o Hercule Poirot di Agatha Christie, la prima una buffa vecchietta e il secondo un precisino dal baffetto impomatato.

Marlowe è alle prese con il generale Sternwood che lo convoca nella sua villa lussuosa per indagare su alcune lettere ricevute dalle due figlie, attraverso le quali, per colpa di alcuni debiti di gioco, vengono ricattate. Entrambe le ragazze si presentano problematiche e, per l’investigatore privato, non sarà una passeggiata capire l’intricato garbuglio che passa attraverso la pornografia, il vizio e altro.


Perché leggerlo: Chandler ha una scrittura pulita, colpiscono alcune metafore molto particolari – con le siepi rasate come barboncini e un’anticamera calda come un forno a temperatura media – e, credo, non ci si possa esimere da questa lettura che fa meglio comprendere le origini della letteratura noir. Qual è il rischio? Accorgersi di quanto lo stile di Chandler sia attuale.


Revisione di: Martina Megna

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