Stella Amato: Sono nata a Napoli un quattro di giugno, segni particolari: un talento naturale per la parola. Ho imparato presto a utilizzarla e a nove anni ho scritto la mia prima poesia. La scrittura mi ha sempre accompagnata, è stata il mio “daimon”. Ma non le sono stata fedele, presa com’ero da mille interessi che distoglievano la mia attenzione da quella naturale propensione che non consideravo con il dovuto rispetto. Ce l’avevo, stava là, a portata di mano quando mi serviva e l’ho tradita mille volte fino a perderla lungo la strada. Ci siamo ritrovate tardi ma l’amore è rimasto lo stesso: io e lei siamo un noi, non potremmo essere l’una senza l’altra. Senza la scrittura, la magia della parola, perderei la mia anima. Questo è tutto quello che so di lei, questo è tutto ciò che ho compreso di me.
Incantesimo
Avevi negli occhi
lo stupore del bambino
e il disincanto dell’uomo.
Ti ho chiamato
da subito amore
e di amore
hai vestito i panni
che giorno dopo giorno confezionavo per te.
Ma un uomo non può
tornare bambino
e un bambino
non è ancora un uomo.
Ti ho imprigionato
in una gabbia d’argento
che da tempo
non lucido più.
E mi chiedo
se ti avessi lasciato andare
a quale Itaca
saresti tornato.
Il mio corpo
Ogni piega del mio corpo
nasconde una ferita
ogni solco ha una storia
tatuata sulla pelle
ogni storia lascia un segno
impresso nella carne.
Merita il rispetto
che si deve al guerriero
stanco della lotta
questo corpo
che tanto ha vissuto
custodendo intatta un’anima.
Remoti passati
Un giorno mi guardasti
ti tentai
a stento tollerasti
ma provai.
Un po’ mi assecondasti
io sperai
ma poi ti ritraesti
e mi turbai.
Sorpresa ed incosciente ti fuggii
tu non mi rincorresti
io capii.
Sebbene fosse stato
più non fu
un noi non c’è mai stato
solo un tu.
E si frappose un forse
no
fu un mai!
Per la tua strada andasti
io andai.
Volare
Vorrei mettere le ali e volare
su su nel cielo fino a scomparire
e leggera non avere
altro desiderio che volare.
Dissolvenza
Ti perdo.
In lacrime
trattengo l’immagine di te,
dolcemente mi guardi.
L’ombra del volto,
gradualmente,
si dilegua.
Acuta resta
e viva
nostalgia d’istanti.
Il conto
Il prezzo da pagare all’esistenza
è quanto sei disposto ad accettare,
fino a quando riesci a sostenere
i compromessi duri da ingoiare.
Quanto vuoi perdere e quanto vuoi comprare,
quanto vuoi dare e quanto possedere,
quanto vuoi essere e quanto sai sembrare
agli occhi di chi vuole giudicare.
Quanto di te stesso vuoi smentire
per una sofferenza più indolore,
e quanto poi di te ricostruire
del puzzle complicato del tuo cuore.
Tanto all’amore, tanto all’esistenza,
hai dato giusti pesi e poi misure
ma il conto da pagare non si elude,
qualcuno te lo porge all’improvviso.
Quanto vuoi piangere e quanto gioire
è tutto scritto, tutto calcolato,
anche se a te non sarà sembrato
un elevato costo da elargire.
E ora che lo devi risarcire
tutto il passato hai davanti agli occhi:
scelte sbagliate, promesse rinnegate,
parole fatue, ore sperperate,
una coerenza che non ha supportato
ciò che volesti essere e non sei stato.
Frammenti
Sul ciglio dei tuoi occhi
ho urlato la mia pena
senza che mi vedessi vivere.
L’ombra del volto
gradualmente
si dilegua.
Acuta resta
e viva
nostalgia d’istanti.
Leggerezza
Leggero è il battito
di ali di farfalla
e anche il vento
che soffia tra i capelli.
Leggera è l’acqua
e diventa neve
e anche l’aria
che tutto avvolge e tiene.
Ha un peso il sogno
che vuoi realizzare
ma lieve è vivere
quando puoi sognare.
Leggero è il gioco
che ogni bimbo prende
leggera è l’anima
che non si arrende.
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