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Anteprima Poetica - Rosaria Ragni Licinio

Homo Scrivens

Rosaria Ragni Licinio - Pittrice e giornalista. Ha fondato il lit-blog Poesiaealtreparole e lavora in ambito editoriale. Alcune sue poesie sono presenti in antologie e riviste sia nazionali che internazionali, come ad esempio: Amori Liquidi (Edit@ Casa Editrice& Libraria, 2017), MetaforyWspółczesności, (Polonia, 2018), AdvaitamSpeaksLiterary Vol.3-Issue 2 (India, 2019) e Frequenze Poetiche (2021). Interno rosso Marte (Gattomerlino/Superstripes, 2021) è la sua prima pubblicazione.


Rinascere sarà domani


Rinascere sarà domani

e sulla bilancia

una coscienza enorme

per le lancette di Dio;

ma ritrovare oggi il passo,

il piede affossato

in un tempo e lo sguardo

come un binocolo,

è volare lontano,

è restare presente.



Voglia Dio perdonarmi


Voglia Dio perdonarmi

– non prego ad alta voce –

con le mani

ho tirato indietro le tempie

e costretto la lingua a non fiatare;

mi fa male la parola

è qualcosa che si agita

tra i denti

e mi brucia la testa.



La felicità è solo a mezzanotte


La felicità è solo a mezzanotte

nella luce della lampada di sale

che si spalma sulla parete

e addensa l’umido in un velo rosa.

L’urina del cane sul letto,

tracce biologiche e stoffa aggrinzita,

i libri che non finisco mai

e la tv accesa

con il volume basso per ore.

È troppo umana la notte

così poco gloriosa

nella nudità di certi corpi,

i figli di Dio sono allo sbando

sotto un cielo estraneo si stende

quella massa informe.




Un passo dopo l’altro


Un passo dopo l’altro

l’anima muta verso un’identità

personale, una condizione

che non assolve al dovere

e si smarrisce nel fare di sé

un fiore o una bambina

con i pupazzi in fila sul letto.

Farsi guardare da occhi

che non muovono ciglia

la radio accesa e le labbra truccate

il filo di perle e il charleston.

Vivere negli anni Venti

per non soccombere a questa casa

che non è amore ma un colpo

al petto e alla testa

e provare ogni volta la morte.



Tremare a tre passi dalla porta


Tremare a tre passi dalla porta,

farsi fantasma e formica

con la scusa della fame,

andare a ridosso dell’ora di cena

con la testa che s’inclina agli incroci

e avvicina le spalle alla fronte.

Tra le strade di Taranto si sfiorano i morti,

dagli schiamazzi dei ragazzi che sfidano tutti

a volte nascono crepe si intravedono bagliori

trasalire l’aria che alla vita si offre.



Maggio si perde nella risacca


Maggio si perde nella risacca

e gli uomini aprono le finestre,

entrano voci dal basso,

sfiorano le nuvole arrossite,

odore di caffè sul lungomare,

le sigarette puzzano ancora d’inverno,

ma maggio si perde nella risacca

e riporta indietro le bocche,

il bacio dell’estate troppo attesa,

il sale sul viso prosciuga il diluvio

e le acque vanno a fondo

dove non ci sono perle ma

asciugamani smembrati,

lì tornano a galla anche

i sudari.






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