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Anteprima poetica - Lapidaria


Lapidaria - È difficile scrivere la biografia di Lapidaria, essendo lei quella parte di me che solo di recente ha iniziato a parlare. Se dicessi che è nata e cresciuta al centro di Napoli negli anni ’90, probabilmente non starei parlando realmente di Lapidaria, ma di quell’altra, quella, per intenderci, che porta il pane a casa.

A Lapidaria del pane non importa niente, basta che ci sia un foglio e una penna, o meglio ancora un po’ di silenzio e un computer, perché non fa parte di quegli “artisti” che ostentano a tutti i costi un ritorno alle origini e ripudiano i mezzi attuali. Non è importante se scrive con la penna o con la tastiera, sempre di nero su bianco si tratta.

I chiodi invisibili

Piccoli fori sulla bianca pelle

dell’anima.

Ti presento i segni

invisibili

di rovinose cadute.

Ti mostro i punti

dolenti

di acuti rimorsi.

Dicevo alla bianca pelle

dell’anima

che chiodo scaccia chiodo

ma le tacevo

che niente torna sano.

La pineta

Aghi di pino

pungevano i piedi,

gocce di sale

seccavano le labbra.

Sembrava annunciare

la pineta

che amaro sapore,

che incerta andatura,

ci attendeva

nel settembre della pubertà.

Vasi comunicanti

Se riempi quel ti amo

più pieno è il mio son tua.

Se svuoto quel son tua

vacante è il tuo ti amo.

Casa

Rincorro pericoli

cercando storie segrete

consumate

agli angoli delle città.

Ma quando l’alba ritorna

anch’io

e spalle alla porta sospiro

qui

sono al sicuro.

Poligamia

Tre uomini avevo

generosi, avari e posati

focosi, glaciali e posati

iracondi, docili e posati.

Tre uomini avevo

uno l’ho tenuto e due li ho posati.

Poesia di Natale

C’è stato un tempo

in cui salivo sulla sedia

e mi dicevan brava

ché a memoria

ripetevo parole altrui.

Salendo oggi

per dire parole

che sono mie, mie!

la stanza è vuota

e nessuno applaude.

Dalle caverne

È roba mia è roba mia!

Mangiamo mangiamo,

che poi saremo mangiati.

È casa mia è casa mia!

Prendiamo prendiamo,

che più abbiamo meglio stiamo.

È figlio mio è figlio mio!

Scopiamo scopiamo,

che qui si muore.

La Creazione

Non è forse dio

la creazione più bella

dell’uomo?

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