Isabella Esposito - Nata a Roma il 1 ottobre 2001, vive a Roma ed è una studentessa dell’Università La Sapienza.
Si è diplomata al liceo classico Sant’Orsola di Roma.
Nel 2019, dopo la selezione regionale del Lazio in cui si è classificata prima, ha vinto il secondo posto al Premio Nazionale Giacomo Leopardi.
È membro del Centro culturale Giacomo Leopardi di Recanati.
Collabora con Rinascimento Poetico come referente regionale per il Lazio e per l'Abruzzo.
Scrive poesie fin da bambina, ama l’arte in tutte le sue forme.
Abruzzo
Abruzzo, terra di artisti
e pastori,
di cieli infiniti densi di stelle,
conosci il lamento
che giunge dai monti,
sospinto dai venti
ai trabocchi sul mare.
Gli steli amaranto
si piegano al tramonto
in questo stregato
paesaggio lunare,
e l'eco risuona
adagiata alle ali
di un'aquila in volo.
Ma tu lascia che io accolga
il tuo dolore.
Tu lo sai,
se la montagna trema
torna sempre
tra le vette
a risorgere l'albore.
È questo il tuo canto
che spezza
il silenzio
col grido dei lupi,
un afflato di speranza
che si eleva
oltre le nubi.
Roma, 10 luglio 2021
Vorrei dipingerti
Vorrei dipingerti così
nella memoria,
l'eterno sole,
controluce,
sul tuo viso,
e cielo e mare
che si frange
tra i tuoi occhi
e il tuo sorriso
quale onda pura
di felicità iniziale,
archè del mondo
disvelato d'improvviso,
perché così
semplicemente esisti,
e le tue braccia
come ali contro i venti
accolgono la vastità dei colli,
cercando gli orizzonti
senza fine,
le stelle che s'annegano
nel blu...
È sempre notte
sotto al lume dei lampioni,
è sempre un bacio
oltre i silenzi
a scardinare queste leggi primordiali
dell'io e del tu:
lascia che ti scriva questi versi,
lascia che ti ami ancor di più.
Roma, 20 giugno 2020
Ritratto
Sotto ai lampioni e le insegne, leggeri come i gatti nei borghi e negli slarghi, sguardi opachi, fiaccati dalla noia, s'accompagnano alla notte.
Di Roma non comprendo l'affannarsi per le strade, l'uggia delle sere grigie, le automobili in coda, gli addobbi già accesi due mesi prima di Natale.
Salutano i vecchi platani nuovi pezzenti, turisti, ombrelli sfuggiti come girandole nel vento. Abbaiano i cani inseguendoli invano.
Picchia la pioggia sulle bianche fontane, a lutto le campane per un illustre signore, domani non sapranno quale fosse il suo nome.
Davanti alla chiesa la statua di un santo, un gabbiano l'osserva e poi spicca il volo, ascolta il suo grido un caldarrostaio.
Dalle vie di sampietrini un violino solitario, s'apre sopra gli scalini il cielo immenso, e si va, troppo soli, come oscuri fantasmi.
Ma conosco le chitarre fuori alle metro, gli artisti di piazza Navona, i battelli sul Tevere mentre muore il tramonto all'ombra dei palazzi.
E di Roma comprendo il cuore pulsante che tra i ruderi s'annida e si sprigiona quando, all'improvviso, divampa l'estate.
Roma, 2 ottobre 2017
Come un fiore
Donna, sei nata come un fiore dalla terra, e il tuo sorriso luminoso serba l'ombra, il vento, il gelo più abissale,
conosci il passo svelto del destino, ed ogni giorno muori un poco inseguendo il tuo ideale.
È la paura che hai nel cuore tua compagna, mentre raccogli le ginocchia si allontanano gli sguardi nei frastuoni della sera.
Forse l'amore, l'amore per cui vivi, è la tua unica chimera.
Mercoledì 11 maggio 2021
Giugno
Ci ha sorpresi questa sera il temporale, la brezza che anima i ciliegi, un tuffo d'ombra nei tuoi occhi verdemare.
Sono la pioggia che scroscia sui crinali, mentre respiro la dolcezza del tuo petto.
Cos'è l'amore, mi domandano i tuoi baci, cos'è la vita se ti stringo così forte in questa notte peritura,
forse è l'eterno rincorrere di un tuono, un desiderio d'infinito lanciato all'avventura.
Roma, 11 giugno 2021
Sul fondo della sera
Là sul fondo della sera s’intesse l’onda sulla battigia, dischiusi i fuochi della notte. Trema il confine del cielo, aggrappato all’ultimo sole, sorgono già le Pleiadi.
Là dove s’affonda la sera, caduche le rose e durevoli i silenzi. Sprofonda tetro lo sguardo sotto l’occhio lucente della mistica luna.
E sull’ali dei tordi sospirano nuvole e foglie, freddo l’aroma s’espande. E’ caldo, caldo il cuore solitario, visionario, effimero, chissà.
Qualcosa di folle, il giorno che scema, la vita che va.
Roma, 12 marzo 2018
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