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Anteprima Poetica - Annachiara Ruggeri


Annachiara Ruggeri - Nata a Napoli 1991, è diplomata al liceo linguistico, studia Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Napoli Federico II.

Appassionata di neuroscienze e fitoterapia, passa la maggior parte delle sue giornate ad inseguire anatre, clorofille e tramonti.

Dal 2022 è redattore per la rubrica Agorà presso la Rivista Letteraria Mosse di Seppia.


*


Soave

T’ insinui tra sassi e granelli

E languido

Scivoli

Tra gli aridi strati.

Trasformi la polvere

In fertile terra

E nutri

I più antichi semi sopiti.

Sei il temporale

Che gocciola giù

per la schiena degli alberi,

La pioggia sul collo di due amanti.

Gelido,

Mi confondi.


Sei la tempesta dal mare,

Lasci i miei vetri opachi di sale.



*


Se trovate un deserto,

Innaffiatelo.

La vita

Non muore mai per davvero.


Se lo trovate,

innaffiatelo.

I fiori

Sbocciano anche a mezzanotte.



Cuore di treno


Ho detto addio ai tuoi occhi, Limpide foreste di conifera, Alla stazione Tra cappotti e rotelle di valigie. Sulla banchina dritta Carrozze in partenza, Linee gialle, Il tuo viso a ritroso. Stumpuff, passo di pantofola, Tum-ciuff, cuore di treno Battito di rotaia. Son passati due minuti appena E già siedo dinanzi ad un altro uomo, Nuvoloso Come le cime delle montagne. È così denso di panorami Che potrei amarlo in fretta. Stumpuff, i tuoi passi ancora così vicini. È bastato un treno, Tum-ta, io già così lontana. Arrivederci occhi di conifera, O meglio, addio.

Dal finestrino, respiro. Le stazioni sono acquari, Apnee di baci.



*


Ragù di rose

In salsa di pioggia,

Scarlatti i petali

Contro il cielo grigio.

Nell'aria, monoterpeni.



*

I vetri verdi di bottiglia

Gli ossi sbriciolati delle seppie,

Il mare profuma

Di gelsomino e sale.

Un uomo nascosto

Tra gli scogli fuma

la sua sigaretta di nuvole.

Sorge ad est

Una luna piena di deserto

E incanta di bronzo la costiera.

In una casa,

In cima al panorama

Giace vuoto un divano rosso.

Non si sente più l'odore delle mele d'inverno.

E forse gli uomini hanno smesso d'amare.



*


Sono il viso rivolto a Est

Mentre il sole a sera

Cade

Sulle isole morte.


Sono il viso chino

Sulla battigia,

Lo sguardo perso tra le lische

E i gusci vuoti di conchiglia.


Sono il viso triste

Che ti cerca

Sulla linea brillante

Della riva.


Sei il corteo funebre di alghe

Rosse nella risacca.


La sabbia sa

Quanto sono stanca,

Gli occhi bassi

A evitare

La nuvola rosa

Che sussurra bugiarda

Che da qualche parte

La tua carne mi pensa.




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