A cura di: Simona Vassetti
L’opera: In una città qualunque, di un paese qualunque, un guidatore fermo al semaforo in attesa del verde si accorge di perdere la vista. All’inizio pensa si tratti di un disturbo passeggero, invece gli verrà diagnosticata una cecità dovuta a un mal bianco, un male che avvolge la sua vittima in un candore luminoso. È solo l’inizio di un’epidemia che non ha rimedio, e colpirà progressivamente tutta la città e l’intero paese. Messi in quarantena, in un ex manicomio, i malati scateneranno una lotta per la sopravvivenza.
Il personaggio: La moglie del medico, l’unica che non perderà la vista, si fingerà cieca a sua volta per stare accanto al marito. Attraverso i suoi occhi il lettore scoprirà le reazioni emotive e psicologiche dei malati durante la quarantena. È un personaggio fondamentale, simbolo di sacrificio, ma anche di speranza.
Perché leggerlo: È un’opera che merita di essere letta anche soltanto per come è scritta: priva della canonica punteggiatura, risulta un flusso di pensieri. È un’opera sociale, una storia umana, perché durante la quarantena l’unica legge che guida gli uomini è l’istinto primordiale alla sopravvivenza. Ma è proprio questo desiderio a trasformare l’opera in una storia di anime. Anime desiderose di salvarsi.
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