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Anteprima poetica

Aldo Putignano, editore e fondatore della casa editrice Homo Scrivens, ha ripetuto spesso, sia durante incontri pubblici che privati, che ha sempre desiderato uno spazio dedicato alla poesia, nello specifico una collana. Ma quella suggestione, “spazio”, credo volesse indicare qualcosa di diverso. Chi conosce la casa editrice sa bene che Homo Scrivens nasce come compagnia di scrittura creativa (la prima in Italia), quindi un luogo di condivisione, sperimentazione e studio. Questa pulsione fondante riverbera, in qualche modo, anche nel rapporto con la poesia. In che modo?

Poco dopo il mio esordio con la casa editrice, Aldo ha deciso di creare una collana di poesia, InPoesia, da una costola della più ampia collana Arti, e affidarla a me. Questo nuovo luogo d’espressione, che in poco tempo ha conquistato risultati importanti, si è fin da subito dimostrato attento alle nuove generazioni di autori, al cambiamento del linguaggio poetico e alla sua diffusione.

Nello stesso periodo è nata anche la rubrica Anteprima Poetica, con lo scopo di dare spazio ad autori emergenti o meno affermati nel panorama letterario e, allo stesso tempo, creare una piattaforma di scouting che avesse un rapporto diretto con gli autori. Il primo autore pubblicato nella rubrica fu Domenico Carrara, una delle più promettenti voci del panorama campano, che il tempo si è preso troppo presto. E poiché la componente laboratoriale è uno dei pilastri fondanti di Homo Scrivens, ogni numero della rubrica termina con un haiku, che da una parte funge da passaggio del testimone e dall’altra è un’occasione per mettersi alla prova.

Questi cuori della poesia in Homo Scrivens palpitano all’unisono, dialogando costantemente e qualche volta sovrapponendosi, forse creando anche un po’ di confusione. Ciò che conta, però, è la cura e l’attenzione per questo spazio d’espressione, la voglia di mettersi in gioco, di crescere come autori e persone condividendo idee ed esperienze. Come recita il motto di Homo Scrivens: “I libri sono la forma delle idee”.

 

Achille Pignatelli

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Il tuo ricordo vibra vecchie corde

nei pulviscoli si sgomitolano

le nostre fantasie acerbe.

Conservo per te un composto pudore

è intimo ciò che mi lasciasti

il modo in cui andasti via

come ovunque ti cercai.

Quando l'inverno ancora ha portato

gli inviluppi della nebbia

per le strade, facile diventa ritagliare

la tua forma dentro i portoni e la pineta.

Ogni lapide si sgretola nei giorni caldi

sotto le molte religioni che potrebbero

darti messa

fino a divenire sabbia sui tuoi resti.

Ed alla fine in questa stanza mi rimane

cenere.

Si posson contare le notti che

la finestra vide

snocciolarsi dal cielo

in un'estranea staticità.

Allora solo battente

sui vetri chiari rimane la promessa

d'avere cura di sogni da piccoli

e lasciare una sedia al davanzale,

metti che domani ritorni.

 

***

 

Sonnecchiando

con la testa sul davanzale

ti ho vista fuori, sorridente nel prato.

Non avevi niente in mano

nemmeno io qui ho nulla

nella stanza fatta a posta

sul lato più esposto della casa.

Il portone da su una strada da cui non puoi arrivare,

hai delle bellissime trecce lunghe.

Bisogna dare ai morti

il tempo di ritornare

aspettare che i ricordi caldi

ammorbidiscano il vuoto,

dopo i saluti

lascio una sedia al davanzale

metti che domani passi di nuovo.

 

 

***

 

Una parola di troppo

ti ha rotto la schiena

in salotto.

Si è fatta fredda la luce gialla

ad illuminare un ambiente sterile,

sotto la camicia si è aperto uno squarcio

dai bordi duri e spigolosi privi di sangue.

È fuoriuscito un liquido nero,

trapunto di stelle

strabordato da te

quando hai fatto come per stare dritto.

È salito fino alle caviglie

dei commensali asciutti,

guardi lontano gli orizzonti che perdi

non implodi, non ti contorci

ma il tuo viso si è scurito

la mia voce nemmeno ti arriva.

Ti stringo a mani chiuse,

possiamo stare così

bagnati di celeste

per non far spegnere il sole nel buio rappreso,

mentre tutto si ricompone,

almeno non ti arrivano gli spifferi e non senti freddo.

 

 

***

 

 

I nostri ultimi luoghi

non hanno mai avuto addii,

ritualità che prevedessero il lutto.

Non siamo più tornati dall’oggi al domani

sereni e consapevoli dell’arrivo dell’alba.

Avevamo consumato ogni parola,

lasciato ardere ogni desiderio

sotto i nostri aranci ricolmi di frutti,

nel giardino che decidemmo essere nostro.

Siamo nati come i coralli,

corpicini ammonticchiati sugli scogli profondi,

la corrente, i venti e la curiosità delle scelte

ci hanno sparso nei boschi

siamo diventati micelio,

a fili sottili lunghissimi sotto la terra,

a passare impulsi tra un arancio e l’altro,

così ogni luogo senza pareti è diventato casa.

 

​

Haiku_Lab_Anteprima Poetica 

 

Calore rosso

educa la parola

la luna tonda

 

 

*** *** *** *** ***

 

​

Biografia

​

Francesca Calloni, laureanda in fisica della materia alla Federico II di Napoli, membro della rivista letteraria “Mosse di Seppia”. Sue poesie compaiono nei numeri di Mosse di Seppia, nella rubrica di “La Bottega della poesia” di Eugenio Lucrezi e nella raccolta poetica “Versi Vegetali” edita da Homo Scrivens.

​

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Copia di Anteprima Poetica 22024 Maria Pia Nocerino.jpg

A MIA FIGLIA

 

Sedotte dalle pagine di un libro

l’una accanto all’altra

in assoluto silenzio.

 

Dialogo d’infinito amore.

 

 

 

LA VIA FRANCIGENA

 

Uno zaino in spalla

colmo di sogni e di aspettative.

 

Lungo il cammino

insoliti effluvi rapiscono il mio spirito

primitive armonie catturano la mia attenzione

nuovi incontri trascinano la mia emotività.

 

Un passo alla volta

e la mia anima cresce e dà frutti

la mia mente si evolve ed accarezza nuove prospettive

il mio cuore risplende e diffonde luce intorno a sé.

 

Uno zaino in spalla

colmo di ispirazioni e di esperienze vissute.

 

 

PALINURO

 

 

La luce della luna riflette sul soffitto

bianchi occhi orientali.

 

Nel cortile

un gatto lecca le sue ferite

distratto come me

da bianchi sorrisi

che sottili, si spezzano sotto la scogliera.

 

Immerso in questa quiete primordiale

il mio cuore

si libera del suo freddo alambicco

e lesto e leggero

riaffiora il mio antico amore.

 

 

SARNO

(alle vittime dell’alluvione del 5 Maggio 1998)

 

Quel fango che vedi laggiù

…piccolo mio

 

…erano uomini e donne

occhi azzurri e capelli ricci,

minigonne e sandali,

risate, pianti e strette di mano,

incontri,

camicie sudate, fronti sudate,

speranze,

mamme, mogli, medici

anime innocenti,

delinquenti e sciacalli,

occhi misericordiosi…

 

Poi,

tutto è divenuto un’ unica amalgama

…Preghiera

…Morte

 

 

RUSCELLO

 

Rumori di ricordi sfrangiati

destano il mio animo assopito

e, inaspettatamente

scivolano nel mio petto confuso

la tua voce, il tuo sorriso

e persino quel tuo legnoso odore

che io credevo naufragato

insieme al nostro ultimo sospiro.

Haiku_Lab_Anteprima Poetica 

 

All'orizzonte

non soltanto un ponte

pelli ubriache 

 

*** *** *** *** ***

 

​

Biografia

​

Maria Pia Nocerino (Torre del Greco, 1972), giornalista pubblicista, caporedattrice di Magazine Pragma, vincitrice di diversi concorsi letterari, appassionata di libri, running e, in generale, delle attività sportive all’aria aperta.

Madre di Riccardo (20 anni) e Chiara (17 anni), trascorre le sue giornate dividendosi tra impegni familiari, impegni professionali e sogni da rincorrere.

​

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Anteprima Poetica 12024 Emanule Canzaniello.jpg

*

 

Il giorno del giudizio avverrà così,

Si saprà di poter andare a letto sapendo

Di non svegliarsi più

Quanta gente sceglierà di andare a dormire

Quanta gente su miliardi di persone

Sceglierà di andare incontro tranquilla

Al sonno

Sapendo che sarà dolce e calmo,

Sapendo che sarà come andare a dormire

E solo allora sarà possibile l’assoluzione

Veramente plenaria di tutto il mondo insieme

In una notte

Andando a letto soltanto.

 

*

 

Anche la scelta di dormire di notte

E di stare in piedi di giorno

È vecchia di 230 milioni di anni in noi.

Dai rettili l'abbiamo ereditata.

Animali a sangue freddo,

Hanno trovato l'equilibrio

Restando fermi nel buio

E muovendosi nella luce,

Prima che le prime scimmie si muovessero sotto il sole.

 

E dentro il nostro dna, 

Nella sequenza di noi stessi

Si trovano incistati,

Incassati nella notte

Antiche di milioni di anni

Sequenze di virus che oggi sono là,

Fossili

Nella struttura dell’essere.

 

*

 

Presto sarò donna,

Lo dice il mio corpo

Che dopo i trenta sperimenta

Orgasmi continui inanellati

Al cerchio magico del glande.

E stamattina, il diluvio

Mi scolora e svuota

Sin dai sogni della notte,

Ricchi di una polluzione densa.

Ricco di un mare lucreziano

E di idola dal ventre di seta.

Dopo ore, nel traffico

I segni di un nuovo orgasmo

Pulsano dall’inguine, si diramano

Si acuiscono, si concentrano

Mentre sfilo, solo, accanto al Maradona

Nel primo anniversario della morte,

E festeggio l’ascesa al cielo.

 

*

 

L’inferno è quello che avrai

Supposto per tutta la vita come tale

E che presto riconoscerai come tuo

Identico, realizzato in ogni angolo

E nell’angolo l’angelo

La neve

Come l’avevi immaginato.

 

​

Haiku_Lab_Anteprima Poetica 

 

Vieni, andiamo 

A contemplare il vuoto

Fino a morirne

 

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Biografia

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Emanuele Canzaniello è nato a Napoli nel 1984. Ha pubblicato i libri di poesia Per l’odio che vi porto (2017) e In principio era la paura (2023). Nel 2019 escono I migliori film mai girati, una raccolta di recensioni a film che non esistono. Nel 2024 pubblica il Breviario delle Indie, un libro di frammenti e brevi prose sul secolo del contatto tra Europa e America, tra verità storica e allucinazione. Dottore di ricerca in letterature comparate, ha pubblicato saggi di teoria e critica letteraria in riviste e in volume, e il libro sull’influenza estetica del totalitarismo in Francia e in Italia Crimini della bellezza. Un canone del romanzo fascista (Aracne, 2016).

 

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