Elvira Scognamiglio - Nasce nel 1980 a Pompei (NA), studia e si laurea in lettere classiche presso l'Università Federico II di Napoli. Attualmente insegna materie letterarie in un liceo dell'area vesuviana. Appassionata lettrice, è alla ricerca di un linguaggio poetico sperimentale che però non si allontani completamente dalla tradizione classica.
Il respiro è nello sguardo
di chi scatta impudica
versi sciolti nell’ombra di luce
Materna carezza
raccoglie fragranze d’arancio
e di lillà colori ginestre
come segreti d’amore
che amore poi non è
E al collo croci di troppe parole
Polaroid distorte a occhi chiusi
conservi nel cassetto
palloni soffiati fino allo stremo
e giostre in valigia tutto il giorno
raccontano il tempo che verrà
*
Un silenzio pallido
imbruniva lento
le rapide fiamme
del Natale
A perdifiato
ingoiava lacrime
calpestando i suoi sassi
celesti
come donne scalze
sulle Sue pietre
L’eco lontana
di rosso cancellava
la sua innocenza
*
Silenzio assenso tra noi
l’infinito negli occhi
e il nostro tempo tra i capelli
Piatteggiava il cielo
con il mare in quello scorcio
di mondo
dove la Bella dorme nei campi
come tirare a campare
Non s’accorgeva
Il tempo era giunto
*
Dondolava la testa
ai vetri il corpo appoggiava
lento e stendeva un drappo
scuro sui tasti bianchi
di un pianoforte un po’ scordato
Fumo lento nella notte
di campane masticavi
Sei pazza Fatti curare
In mezzo ai libri
un crocifisso
che sa di rosso
*
Sciolti tra le lenzuola i versi
incredule le lune del venerdì
guardavano inermi
il tuo sonno bambino
Irraggiungibili desideri
come ampolle di ippogrifi
carezzavi piano il pensiero
Spento senza spazio
il tempo di solitudini
sussurrava Stai qui
Silenzio
*
Caldo il tuo corpo
immobile
cantavi insolite parole
Forse di burro il tuo tempo
confondevo le tue amarezze
con le mie
Ma la luna rubino
custodisce mari
e protegge le luci soffuse
della tua stanza al quinto di piano
dove palpeggi grani
pieni di Grazia
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